Articolo dell’Avv. Valentina Giordano
C’è chi il bilancio dell’anno lo fa il 31 dicembre e c’è chi lo fa il 31 luglio…noi siamo sempre stati quelli del 31 luglio, la famosa chiusura dell’anno, l’unico momento in cui alcune attività si fermano momentaneamente, il ritmo rallenta e ognuno di noi può tirare la linea immaginaria che lo separa dall’anno che inizierà il 1° settembre.
Una sorta di capodanno emotivo, che può attuarsi anche nel mondo lavorativo, perché, si sa, mettersi in gioco e analizzare dati, documenti e programmi è quello che contraddistingue ogni avvocato.
Per noi il bilancio di quest’anno non può che essere positivo, ci siamo messi alla prova con attività nuove, clienti nuovi e problemi nuovi, continuando ad evolverci e a studiare per rimanere sempre aggiornati sulle novità ed offrire la migliore soluzione possibile ai nostri clienti.
Veniamo da due anni di pandemia dove la nostra professione e quella dei tanti colleghi d’Italia è stata messa a dura prova, in un clima di incertezza normativa abbiamo tentato di dare certezza, anche laddove difficile o quasi impossibile.
Rimanere accanto alle società e ai privati che hanno dovuto affrontare (e continuano ad affrontare) il covid19 e tutte le restrizioni connesse ci ha responsabilizzato nei nostri ruoli perché all’avvocato non è stato richiesto solo di rispondere ai problemi, bensì è stato richiesto di accompagnare l’azienda o il privato in questo cammino difficile e tortuoso, rimanendo accanto ma senza superare mai il limite deontologico che ci contraddistingue, reagendo e accendendo l’ingegno al fine di ritrovare l’equilibrio perduto.
Questo senso di responsabilità e la volontà di rimanere vicini ai nostri clienti ci hanno portato ad avviare un vero e proprio processo di digitalizzazione, sulla quale abbiamo investito tanto e continuiamo a farlo perché ci crediamo, perché lo vogliamo, perché è il futuro.
La pandemia non ha inciso solo sulle nostre vite personali ma ci ha obbligati a rimetterci in gioco anche professionalmente perché il mondo del lavoro è cambiato e sta cambiando sotto i nostri occhi. Anni fa per organizzare una riunione si prendevano treni ed aerei oggi basta collegarsi con Google meet o zoom e in pochi secondi, dal tuo studio, ti colleghi con tutto il mondo, da Roma a New York. Questo ha avuto un impatto enorme sul mondo della consulenza stragiudiziale, oggi puoi raggiungere i clienti ovunque e in qualsiasi momento con un semplice click. Non è più attuale la visione del professionista di città (piccola o grande che sia) che accoglie tutti i clienti nel proprio studio in ore e ore di riunioni e spostamenti, oggi all’avvocato viene richiesto di essere “smart”. Ma essere “smart” cosa significa esattamente?
Come spesso accade, si tratta di un prestito dalla lingua inglese ovvero di un aggettivo che può essere tradotto in rapido, veloce, abile, acuto, brillante, sveglio, intelligente. Quando si usa l’espressione “smart” riferita ad una persona, si fa dunque riferimento alla sua intelligenza, unitamente alla capacità e velocità di apprendimento e di risposta agli stimoli esterni. Oggi viviamo in un mondo in continua evoluzione, in cui essere veloci nel recepire i cambiamenti, adeguandosi alle nuove realtà, è la chiave per divenire e restare competitivi nel mondo del lavoro o comunque, più in generale, al passo con i tempi.
Essere “smart” non significa dunque solamente essere intelligente (nel senso che un alto QI di per sé non è un valido indicatore di “good thinking”), ma anche pronti, svegli, brillanti, reattivi: saper mostrare doti di adattamento, problem solving e rapido apprendimento.
Ed ecco che arriviamo alla sfida del post pandemia: imparare ad essere “smart” per poter offrire la migliore risposta possibile sul mercato.
Noi ci abbiamo provato e ci proviamo ogni giorno ad essere “smart”, è diventata la nostra filosofia, ci crediamo fortemente e lo vogliamo perché solo così potremmo rimanere accanto ai nostri clienti oggi e domani.
In quest’anno ci abbiamo provato e i primi risultati li abbiamo toccati con mano, ma continueremo a lavorare per crescere insieme a voi e accompagnarvi nei vostri percorsi laddove avrete bisogno del supporto del nostro legal team.
Cosa ci aspettiamo dal nuovo anno? Che sia carico di sfide perché a noi risolvere i problemi piace proprio tanto e grazie a tutti voi per la fiducia che riponete in noi perché #insiemeperfareladifferenza non è solo un hastag è il nostro marchio di fabbrica.